Domenica prossima si voteranno i 5 quesiti referendari sulla Giustizia.
Tre dei quesiti (il terzo, il quarto e il quinto) riguardano l’ordinamento giudiziario e il CSM.
Non sarà agevole il raggiungimento del quorum per la natura tecnica dei quesiti e per la scarsa attenzione dedicata dagli organi di informazione, ma è necessario sostenere i tre referendum anche per lanciare un segnale chiaro e forte al Parlamento che, a partire dal 15 giugno, esaminerà nell’aula del Senato le riforme sull’ordinamento giudiziario e sul CSM.
Per questo voteremo SI all’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario. che consentono a un Magistrato di passare dalle funzioni di P.M. a quelle di Giudice e viceversa (quesito 3 scheda gialla), all’abrogazione delle norme che vietano ai membri laici (e tra questi agli Avvocati) di partecipare alle deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli Giudiziari riguardanti le valutazioni sulla professionalità dei magistrati (quesito 4, scheda grigia), all’abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del C.S.M., che impongono che ogni candidatura sia sostenuta da un minimo di 25 e un massimo di 50 presentatori (quesito 5, scheda grigia).
In sintesi, il quesito n. 3 mira a introdurre la separazione delle carriere dei magistrati, il quesito n. 4 a consentire una valutazione più obbiettiva dell’operato dei magistrati, il quesito n. 5 a sottrarre la candidature dei componenti togati del CSM all’influenza delle correnti.
Si tratta di finalità condivisibili che meritano di essere supportate, proprio a tutela dell’autonomia e del prestigio della magistratura, sia inquirente che giudicante.
Più controversi sono il primo e il secondo quesito.
Il quesito n. 1 (scheda rossa) e’ volto ad abrogare integralmente la c.d. Legge Severino, che prevede in automatico la sospensione dalle cariche elettive dei soggetti condannati anche in via non definitiva e la incadidabilità/decadenza per quelli condannati in via definitiva, affidando volta per volta la valutazione al Magistrato.
Il quesito n. 2 (scheda arancione) intende abrogare l’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), del c.p.p., e quindi l’applicazione della misura cautelare in carcere o domiciliare per l’ipotesi di reiterazione del reato con l’esclusione dei reati che prevedono l’uso della violenza o delle armi oppure legati alla criminalità organizzata o all’eversione.
Si tratta di temi delicati sui quali è certamente necessario un intervento di riforma, che limiti alcuni eccessi giustizialisti, ma che probabilmente avrebbero meritato un maggiore approfondimento di merito, richiedendo un bilanciamento tra più interessi generali in contrapposizione egualmente rilevanti.
In ogni caso, quel che conta è partecipare ed esercitare il diritto di VOTO. Chi invita ad andare al mare, evidentemente, è soddisfatto dell’attuale sistema della Giustizia.
NOI NON LO SIAMO.