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COMUNICATO DI UAS SULL’ASTENSIONE DALLE UDIENZE PENALI NEI GIORNI 19, 20 E 21 APRILE 2023.

Con delibera del 27 marzo 2023, l’Unione delle Camere Penali Italiane ha indetto tre giorni di astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale su tutto il territorio nazionale per i giorni 19-20-21 aprile.

A fondamento di tale mobilitazione, si legge nella deliberato dell’U.C.P.I., c’è la volontà di “richiamare il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene al rispetto degli impegni di riforma della giustizia penale e dell’ordinamento giudiziario inequivocabilmente annunciati prima in campagna elettorale e poi in Parlamento, nonché il Ministro Guardasigilli a dare immediato seguito all’impegno reiteratamente e pubblicamente assunto di apertura di un tavolo tra avvocatura, magistratura ed esecutivo per la individuazione delle più urgenti esigenze di modifica dei decreti attuativi della recente riforma del processo penale”.

Sulla evidenti ed inique criticità introdotte dalla Riforma Cartabia si è detto e scritto tanto, ma, ad oggi, nulla di concreto è stato fatto per correggerle, al di la’ della apprezzabile disponibilità manifestata dal Ministro Nordio.

Una riforma che, nata nel periodo pandemico e condizionata da una minore attenzione riservatale, ha indiscutibilmente e negativamente inciso sulle norme penali (sia esse sostanziali che procedurali), limitando sotto diversi profili il diritto di difesa e le garanzie che ad esso sono ed erano fisiologicamente legate.

Le novità legislative, infatti, avendo come unico scopo quello di ridurre del 25% i tempi dei processi penali entro il 2026, hanno introdotto modifiche che di fatto finiscono per menomare il diritto di difesa, soprattutto in tema di procedibilità a querela, udienza preliminare, giudizio d’appello e misure alternative.

Un esempio valga per tutti. La procedibilità d’ufficio di alcuni reati ha notoriamente come scopo quello di tutelare la sottomissione psicologica della vittima che potrebbe temere ritorsioni e prevaricazioni del reo (in reati quali lesioni personali, violenza privata, furto e simili); ora, avendo la riforma Cartabia previsto la procedibilità a querela e, ancora peggio (in tali ipotesi) la mancata comparizione della persona offesa in udienza come chiara volontà remissoria, risulta fin troppo facile intuire le gravi conseguenze che deriveranno da questi automatismi: la vittima non sporgerà querela o la rimetterà anche non presentandosi in udienza, per sottrarsi o per il timore di incorrere nuovamente nella prepotenze del reo.

Quindi si velocizza il processo ma non si tutela la vittima !

Clamorose sono, poi, le storture in tema di impugnazioni, con la completa dematerializzazione dell’Avvocato e la mortificazione del ruolo del difensore.

L’Unione Avvocatura Siciliana ritiene che le innumerevoli storture della riforma Cartabia e l’incapacità a porvi rimedio non possono che legittimare l’astensione indetta, poiché foriere di un giustizialismo populista che voga in direzione opposta alla prospettata volontà di una riforma liberale della giustizia penale.

A riprova di ciò, si segnala il rallentamento nel percorso di approvazione delle preannunciate riforme liberali della Giustizia (tra le altre, la separazione delle carriere), sotto i colpi di spinta di chi tradizionalmente si contrappone all’intervento riformatore.

Per tutte queste ragioni, l’Unione Avvocatura Siciliana, nel raccogliere l’invito rivolto dall’U.C.P.I. a tutte le associazioni forensi, sosterrà convintamente la proclamata agitazione, auspicando la massiccia adesione da parte degli Avvocati allo scopo di mobilitare l’opinione pubblica e richiamare l’impegno della Politica a non abbandonare quei sani impegni di riforma della giustizia penale più volte evocati dal Ministro di Grazia e Giustizia.

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