Home » News » LE SEZIONI UNITE E IL BILANCIAMENTO TRA DIRITTO DI DIFESA DELL’INDAGATO E TUTELA DELLA PERSONA OFFESA NEI CASI DI RICHIESTA DI REVOCA O SOSTITUZIONE DELLA MISURA CAUTELARE

LE SEZIONI UNITE E IL BILANCIAMENTO TRA DIRITTO DI DIFESA DELL’INDAGATO E TUTELA DELLA PERSONA OFFESA NEI CASI DI RICHIESTA DI REVOCA O SOSTITUZIONE DELLA MISURA CAUTELARE

Il recentissimo intervento del massimo organo normofilattico (S.U. sentenza n. 17156 del 3 maggio 2022) ha dissipato ogni incertezza procedurale in tema di notifica, ad opera del richiedente, della richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare, nei procedimenti per delitti commessi con violenza alla persona.

Recita infatti il principio in questione che in suddetti casi “la richiesta di revoca o sostituzione della misura cautelare deve essere notificata, a cura del richiedente, presso il difensore della persona offesa o, in mancanza, alla persona offesa, a condizione, in quest’ultimo caso, che essa abbia dichiarato o eletto domicilio”; “in ragione delle finalità eminentemente informative e partecipative al processo della notifica di cui all’art.299 comma 4 bis c.p.p., essa, in caso di decesso della persona offesa in conseguenza del reato, deve essere effettuata, con le stesse modalità previste per la vittima, ai prossimi congiunti o alla persona a quella legata da relazione affettiva e stabilmente convivente”.

La Suprema Corte, sul punto, ha chiarito i contorni dell’obbligo di notifica dell’istanza ex art. 299 c.p.p. alla persona offesa, attraverso una puntuale ricostruzione dei diversi interventi legislativi che, prendendo le mosse da un mero dovere informativo, giungono a stabilire un più pregnante coinvolgimento della persona offesa già in sede cautelare, amplificando e rafforzando la tutela della vittima, in vista dell’esercizio da parte della persona offesa del suo diritto alla partecipazione alla vicenda cautelare e all’interlocuzione, anche per il tramite di deposito di memorie difensive, nel sub procedimento cautelare, al fine di offrire elementi di valutazione che devono essere, però, esclusivamente pertinenti al profilo delle esigenze cautelari.

La Suprema Corte, proprio in funzione di quell’anelato bilanciamento tra chi vuole che la misura cautelare venga revocata e/o affievolita e chi chiede che rimanga inalterata, richiede di fatto (sottolineandone la necessità) di verificare in concreto, caso per caso, il tipo di tutela adeguata tale da assicurare entrambe le parti.

Ciò poiché se prima “l’ambito de libertate” era appannaggio della sola triade pm, giudice, indagato/imputato, ora in esso interloquisce anche la persona offesa; da qui l’esigenza di bilanciare i diritti fondamentali di difesa di entrambe le parti in causa (persona offesa/vittima e indagato/imputato).

Est modus in rebus.

Avv. Sarah Bartolozzi – socia fondatrice Unione Avvocatura Siciliana

Condividi: